Francesco Rismondo
Medaglia d'Oro al Valor Militare
«Volontario di guerra, irredento, animato dal più alto patriottismo, nelle prime aspre lotte, sul Monte San Michele,
combatteva dando prova di mirabile slancio e di indomito ardimento, finché cadeva gravemente ferito.
Catturato, riconosciuto dal nemico, affrontava serenamente il patibolo, confermando col martirio il suo sublime amor di patria.»
Francesco Rismondo nacque nella Dalmazia austriaca, precisamente a Spalato, nel 1885, da famiglia benestante. Fu un appassionato di ciclismo e divenne anche presidente del "Veloce Club" di Spalato. Dopo gli studi commerciali all'università di Graz fece pratica nel Regno Unito e resse l'agenzia della Società di Navigazione Dalmazia, di proprietà del padre. Nel 1915, poche settimane prima dell'intervento italiano nella prima guerra mondiale, Rismondo entrò con la giovane moglie sotto falso nome nel Regno d'Italia e il 16 giugno si arruolò come volontario nell'esercito italiano per combattere la guerra contro l'Austria-Ungheria. Inizialmente affidato a compiti di interprete grazie alla sue conoscenze linguistiche, Rismondo insistette per essere inviato sul fronte; quindi fu incorporato nell'8o battaglione ciclisti dell'VIII reggimento bersaglieri e mandato sul fronte del Carso, dove si distinse sul Monte San Michele (21 luglio). La sua fine è ancora poco chiara: dato per disperso dagli italiani, rimase probabilmente ferito nel corso di un combattimento nei pressi di Opacchiasella e cadde prigioniero dagli austriaci. Secondo alcune fonti sarebbe stato riconosciuto come disertore e impiccato il 10 agosto 1915, probabilmente a Gorizia; secondo altre, avrebbe tentato la fuga con altri prigionieri nel corso di un attacco italiano e sarebbe stato ucciso dalle guardie austriache ad Abbazia. Il suo corpo non fu comunque mai ritrovato.