Dalla fondazione al 1948

È il 16 giugno 1919 e un piccolo gruppo di bersaglieri sbarcati il 3 novembre 1918 a Trieste, decide di costituire una Società Bersaglieri in congedo in memoria dell'Eroe “Enrico Toti”.

L'art. 1 dello Statuto recitava così "è costituita nelle terre liberate e redente, con sede a Trieste, la Società Bersaglieri in congedo Enrico Toti".

Il Comandante del X° Battaglione del 7° Reggimento Bersaglieri Ciclisti Magg. Müller e il Comandante dell'XXXIX Battaglione dell'11° Reggimento Bersaglieri Magg. Tolu, si fecero promotori della neonata “Enrico Toti” e convinsero moltissimi bersaglieri in congedo presenti a Trieste e nella Venezia Giulia ad entrare a far parte di questa nuova realtà di mutuo soccorso.

Il primo presidente della Società Bersaglieri "Enrico Toti" fu il Col. Comm. Gatti che, in solo 2 anni di mandato, riuscì ad accrescere le attività nella Società, incrementando in maniera consistente il numero degli iscritti.

Nel 1921, nel corso del I Congresso Nazionale, la Società Bersaglieri "Enrico Toti" fu tra le promotrici della "Federazione Nazionale Bersaglieri".

Nel 1923 la Società Bersaglieri "Enrico Toti" organizzò il I Raduno Nazionale dei Bersaglieri, allora chiamato “Sagra dei Bersaglieri” e successiavmente il II Congresso Nazionale.

Il 30 giugno 1924, in occasione del II Raduno Nazionale dei Bersaglieri che si tenne a Bologna, la Società Bersaglieri “Enrico Toti” e tutte le Società Bersaglieri d'Italia allora esistenti decisero di modificare il proprio Statuto e di riunirsi in una più inclusiva "Associazione Nazionale Bersaglieri".

In quegli anni, iniziò anche l'interesse da parte della Sezione per il Ricreatorio Comunale di Cittavecchia, che porta il nome della M.O.V.M. alla quale è dedicata anche la Sezione.

Grazie al supporto dell'11° Reggimento Bersaglieri, la Sezione riuscì a dotarsi di una Fanfara, composta principalmente da giovanissimi suonatori frequentatori del Ricreatorio Comunale, ai quali subito si aggiunsero bersaglieri in congedo e simpatizzanti che suonavano in altri complessi bandistici cittadini; ma il numero di fanfaroni era ancora troppo esiguo e nulla sarebbe stato possibile senza l'aiuto del Col. Boccaccini, Comandante dell'11° Reggimento Bersaglieri, che permise  ad una decina di Bersaglieri in Armi della Fanfara Reggimentale di frequentare gli ambienti sezionali al fine di formare e istruire un complesso presentabile.

Nel 1928, la Sezione decise di omaggiare la M.O.V.M. Enrico Toti con la costruzione di un Cippo a Quota 85, sul Carso Monfalconese, luogo dove l'Eroe avrebbe gettato la propria stampella gridando "Io non muoio".

Nel 1931, la Fanfara della Sezione fece la sua prima uscita ufficiale in occasione della visita del Duca d'Aosta all'ippodromo di Montebello.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la Sezione chiuse i battenti per tutto il perdurare del conflitto.

Nel 1945, durante i quaranta giorni di occupazione jugoslava, la sede della Sezione “Enrico Toti” venne devastata: quadri, strumenti musicali e documenti furono rubati, il Medagliere e lo storico Labaro vennero bruciati; inoltre, il "Cippo Toti” a Quota 85 venne distrutto (un frammento di quel monumento è conservato ancora oggi nella sede della Sezione).

Sul finire del 1945, la Sezione cercò di rifarsi e lentamente recuperò i soci superstiti e confezionò il nuovo Labaro; durante l’occupazione Anglo-Americana, le attività dell’Associazione cessarono su ordine delle autorità occupanti, anche se, clandestinamente, alcuni componenti dell'Associazione si riunivano ogni settimana insieme agli amici della Lega Nazionale e delle altre Associazioni Combattentistiche e d'Arma.  

Nel 1948, la Sezione decise di tornare a Quota 85 e, grazie al contributo della Presidenza Nazionale, di ricostruire il Cippo in memoria della M.O.V.M..